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ATELIER ATTILA DI NANDO SNOZZI
presenta:
 
Laboratorio di creazione e composizione artistica offerto nell’ambito del Master-Campus-Theatre-CH (semestre primaverile 2017) agli studenti Master delle SUP:
 
Accademia Teatro Dimitri  ATD (approfondimento in Physical Theatre) 
Zürcher Hochschule der Künste ZhdK (approfondimento in recitazione, drammaturgia, scenografia, regia o pedagogia del teatro)
Hochschule der Künste Bern HKB (approfondimento in Extended Theatre)
Haute école des arts de la scène Manufacture (approfondimento in Mise en scène)
 
 


Ho considerato questa tre giorni come un’improvvisazione pittorica,
I protagonisti sono stati: i segni, i gesti, il movimento, i testi, le parole, il disegno, la pittura, in un contesto-spazio complice per produrre un dipinto collettivo a strati su strati, che è stato anche usato come una scenografia in evoluzione.
 
Alla fine il dipinto è tagliato-strappato in frammenti  e ricomposto in un’altra immagine.
È come un puzzle da comporre in mille modi e la sua totalità sarà dichiarata da chi lo assemblerà .
Praticamente si è prodotto un’opera colorata che potrebbe essere composta e ricomposta senza fine.
 
L’esecuzione del dipinto si protratta per tre giorni, strati su strati.
Il dipinto è stato un paesaggio co-protagonista di una performance con diversi punti di vista.
 
PROGRAMMA TIPO DELL'ATELIER CREATIVO 

 
dalle 10.00 alle 17.00
 
Primo giorno.
- Presentazione con video. (azione “ipotesi per un destino”, e “clandestini sul palco rosso” e “il simpatico sberleffo”)
-  Inizio del dipinto. Se c’è necessità interverrò per creare esempi di pittura.
- Creare paesaggio collettivo, dipingendo un lavoro d’assieme, scambiando i posti e intervenire-continuare la creazione altrui.
 
- pausa.
 
- Interruzione azione pittorica, io sceglierò qualcuno per recitare-improvvisare dei testi ispirati-generate dalle immagini del dipinto in corso… poi si continuerà il lavoro, 
cambiando posto e “pittura con musica”.
- Procurarsi giornali, riviste, libri vecchi, o testi propri per il giorno dopo.
 
 
Secondo giorno.
 
- Ognuno sceglierà una posizione e applicherà un foglio 100x150 direttamente sopra il dipinto generale,  
inserirà-scriverà un testo-storia-favola-parole al vento o collage con immagini (in uno spazio limitato nel foglio, tipo didascalia), poi interpreterà il collage o ciò che avrà scritto, pittoricamente.
Ognuno leggerà-commenterà la propria produzione creativa
 
 Terzo giorno.
 
- Ognuno applicherà un foglio 150x100 sopra gli altri e dipingerà il proprio quadro “interpretando" una musica. (circa un’ora senza interruzioni).
Il dipinto farà parte della scenografia della propria improvvisazione individuale e collettiva
Fine pittura.
 
- pausa
 
svuotare il locale.
ognuno sceglie i propri pezzi da il tagliare-strappare e comporrà la propria personale istallazione visiva e materiale per la propria improvvisazione scenica ispirata ai propri dipinti e al vissuto emotivo dei tre giorni..
Tutto il locale diventerà la scenografia del racconto collettivo.
 
nando snozzi
marzo 2017

 
 
https://vimeo.com/206011170

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IPOTESI PER UN'UTOPIA - L'ULTIMA SPIAGGIA CON IL PASSAGGIO SUL TAPPETO ROSSO DEI DIVIDIVISI, E POI SUCCEDERÀ L'INFERNO... PROLOGO. 2017-2018

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IPOTESI PER UN DESTINO
di NANDO SNOZZI
TEATRO SOCIALE BELLINZONA
SABATO 12 MARZO 2016 - 20.45
con:
pittura, testi e maggiordomo: Nando Snozzi
movimento e trasformista: Ledwina Costantini
musicisti fatali: Matteo Mengoni e Zeno Gabaglio
braccio sinistro: Gianni Hoffmann
film e operatore dell’immagine: Claudio Tettamanti
saggio straniero: Antonio Gonario Pirisi
turista in scena: Elio David

In scena “Ipotesi per un destino” è una performance in un tempo, con pittura, musica e testi. Una sincronia di segni, suoni e parole dentro i territori dichiarati e appartenenti all’arte. Un’azione scenica nel percorso formato da tele intonse e con la pittura come attrice in divenire. L’intento sarà di dare voce ai testi e fisicità alle figure che saranno creati sulla scena con una colonna sonora composta in tempo reale. I personaggi che transiteranno in scena con dei costumi appropriati, costruiranno immagini viventi che come un puzzle si completeranno nel finale della performance, per poi diventare un dubbio nel tempo. Si tratterà di uno spettacolo improvvisato e coordinato, che si autoalimenterà tra musica, movimento e testi.
L’arte è come un sussurro, è forte come il proprio dolore o il proprio gaudio.
Può sensibilizzare chi sa ascoltare e vedere. È una tenue forza alla periferia della speranza e dell’armonia, un urlo, uno sberleffo, un amore, bellezza senza memoria o memoria della coscienza.
nando snozzi 2016

prenotazioni:
Ufficio turistico di Bellinzona,Palazzo Municipale6500 Bellinzona
Sportello: lu-ve 09.00-12 / 13.30-1730, sa 09.00-12.00
telefono: 0041(0)918254818 lu-ve 13.30-17.30, sa 10.00-12.00
Fai clic qui per effettuare modifiche.
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ATELIER ATTILA

presenta

SELFIE AL KILOMETRO ZERO
DI NANDO SNOZZI - 2014


Il mio kilometro zero è determinato dal mio corpo, la mia frontiera è la pelle, quindi io sto al km 0 e mi fotografo in continuazione con la fantasia e rimando con il disegno la verità contaminata.
Un giorno ho visto un fico che germogliava da una crepa del muro di cemento di una casa in disfacimento. mi sembrava che cresceva dove non doveva, ma si ergeva con una grinta esemplare, selvaggiamente urbano, non classificabile in botanica, una bellezza assurda, una rovina, una metafora di vita che mi pone di fronte alla mia fragilità.
il problema non è quanto si capisce d’arte o no,
il problema è solo dichiarare la capacità di essere complice con
il proprio sguardo.
si pensa di non essere pronti a recepire il proprio gusto
ma come molte confusioni odierne si resta sempre in bilico
sul territorio dell’insicurezza… è come quando da genitore
si incappa  nella sensazione di sbaglio e poi si riesce a mitigare
il sentimento essendoci come tali…
oppure come quando si delegano le proprie decisioni pregando un dio o venerando un mito o votando una persona che si suppone onesta e ci si accorge di aver preso un’abbaglio…
a me queste cose mantengono viva la voglia di scavare nelle
sfere sconosciute dell’esistenza.. e considero una strada percorribile
lo stato precario dell’essere umano.
Sul piedestallo il mito invecchia
i guerrieri perdono il loro fascino.
Un selfie  lega i pensieri in un senso senza ritorno
nei territori del vizio solitario.
Indosso un manto ironico sopra la memoria, ma sono le piccole cose, i dettagli, che mi raccontano le dimenticanze. Unisco il passato e il presente sperando un futuro senza ansia e angoscia. Le lugubre lamentele delle notizie quotidiane e l’idiozia globale lo vestono da pura chimera. Sento fortemente che la sensibilità per una prognosi riservata  della creatività è d’obbligo. La condizione dell’essere umano è spiata ed in balia di un controllo sociale spietato, guidata ad immagine e somiglianza da famiglie e consessi mascherati e cucite addosso dalle regole e dai ritmi  odierni. Tutto tollerato dalla paura di scoprire che un altro modo di vivere è possibile! Le mie storie si dipingono da sole, attratte dai personaggi che mi appaiono sulla scena e che si autoalimentano per produrre effigi di un’umanità altra e inconsapevole. Inserisco un dubbio dove nulla è negato e tutto è disponibile e spacciato come libertà di consumo. Nei bilanci di una società che stravede per l’eccellenza e per i superstiti di brogli e corruzione non è prevista una scheda per la cultura, perché il sapere fa male come il saper pensare. Un posto di riguardo e un preventivo sono dati al nozionismo senza il fine di passare alla storia e per giustificare il malaffare e i millantatori. Sfuggo le ossessioni e le fatalità che sono distribuite dalle catene planetarie che decretano i comandamenti di vita. Voglio essere.

Sono nato a Bellinzona il 16 novembre 1951, sotto il segno dello scorpione con ascendente scorpione. I miei animali preferiti sono: l'elefante, il falco ed il delfino.
Mi piace la vita perché è una precarietà stabile e sicura.
Sono un po' fuorilegge e mi addestra a vivere il meglio possibile
in un piccolo viaggio pirata. Mi sente un'unità crepuscolare
ed sono un pessimo ottimista.

 

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Volevo essere

La prima volta che abbiamo fatto l’amore
l’abbiamo fatto gentilmente,
come certe piogge estive
che bagnano gli impermeabili
dei bambini felici.
Le tue gambe
ricoperte dal polline d’aprile;
i tuoi seni esausti
due grosse mosche riverse.
Poi ti ho fatta voltare
(come una frittata venuta male).
La tua schiena era una fossa.
Ti ho raccolto i capelli
come si fa con i morti
e li ho tenuti forte
come l’altalena,
la bambina
dagli occhi da cornacchia.
Sono scivolato
nella calda medusa oscura
e poi l’ho visto:
dipinto sulla nuca,
appena sotto l’attaccatura
dei capelli:
il codice a barre.
L’uomo dalla testa di stella
era finalmente tornato,
tornato a prendermi.

Andrea Bianchetti 2014

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secondo autoscatto…

Selfie è il fratello giovane dell'autoscatto con conversione anticipata
Selfie è un’oscura preveggenza o un’ avvisaglia del ricordo…
Selfie è il surrogato del vizio solitario
Selfie non lascia sfuggire quello che si suppone sarà la propria storia … 
Selfie  che stiva un sorriso rubato …
Selfie come un istante molto forte incredibilmente vicino
tanto da essere cancellato dall’attimo sfuggente.
Selfie per trovare il proprio eroe…
Selfie per dimenticare quello che è sbagliato e sottolineare il giusto successo…
ma è successo qualcosa che prevede una catastrofe imminente.
Ho visto una farfalla con dei colori meravigliosi, senza selfie la ricordo...
fermandomi per una sosta mi vidi specchiato nella vetrina del bar e mi fotografai riflesso
e nello stesso tempo vidi la prima pagina del giornale che l’avventore accanto leggeva
dava le notizia di un naufragio di 300 persone e di un drone che aveva steminato bambini innocenti donne vecchi (sempre loro)…
mi vergognai di restare apatico…
mi sembrava di aver oltrepassato la frontiera del sopportabile e di non più vedere la bellezza in nulla…
mi consolai leggendo la cronaca del matrimonio del secolo.
la visione di campi fioriti e di persone felici sono perle rare, 
l’alone del grigio fumo è molto forte e assurdamente vicina,
ogni musica diventa stonata… l’arte mi sembra inutile…
tutto oscurato da un’impalpabile minaccia sospesa…
il giorno dopo ho fatto un escursione abbastanza selvatica, attraversai una radura con una moltitudine di colori poi attraversai un bosco di lecci e quercie e ginepri arrivando in un pascolo impervio dove pascolavano le capre, ho imitato il loro belare e mi sorpresi che mi rispondevano, solo il caprone si erse di più sulla rupe …mi sorpresi ad essere un po’ bestia…
Il pianeta è un luogo triste io dipingerò fin quando riuscirò a disegnare un magico sorriso...
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Prologo…

diodiodiodiodio….
Sul piedestallo il mito invecchia
i guerrieri perdono il loro fascino.
Un selfie  lega i pensieri in un senso senza ritorno
nei territori del vizio solitario.
Indosso un manto ironico sopra la memoria, ma sono le piccole cose, i dettagli, che mi raccontano le dimenticanze. Unisco il passato e il presente sperando un futuro senza ansia e angoscia. Le lugubre lamentele delle notizie quotidiane e l’idiozia globale lo vestono da pura chimera. Sento fortemente che la sensibilità per una prognosi riservata  della creatività è d’obbligo. La condizione dell’essere umano è spiata ed in balia di un controllo sociale spietato, guidata ad immagine e somiglianza da famiglie e consessi mascherati e cucite addosso dalle regole e dai ritmi  odierni. Tutto tollerato dalla paura di scoprire che un altro modo di vivere è possibile! Le mie storie si dipingono da sole, attratte dai personaggi che mi appaiono sulla scena e che si autoalimentano per produrre effigi di un’umanità altra e inconsapevole. Inserisco un dubbio dove nulla è negato e tutto è disponibile e spacciato come libertà di consumo. Nei bilanci di una società che stravede per l’eccellenza e per i superstiti di brogli e corruzione non è prevista una scheda per la cultura, perché il sapere fa male come il saper pensare. Un posto di riguardo e un preventivo sono dati al nozionismo senza il fine di passare alla storia e per giustificare il malaffare e i millantatori. Sfuggo le ossessioni e le fatalità che sono distribuite dalle catene planetarie che decretano i comandamenti di vita. Voglio essere.

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primo autoritratto….
sono li!.. pronti ad annaspare nel nulla
per strapparsi ricchezze abominevoli.
Profitto e controllo...
mi manca l’aria   ........ esisto nel loro contrario
cammino con la speranza del tempo che resta
e si aprono  possibilità veloci e profonde come degli haicu …
i saggi antenati volgarizzati dai twitt!!!
sorrido e respiro nella libertà di un segno feroce.
se l’ammirazione smette di essere un surrogato dell’amore 
insisto con la poesia che cita lo sconforto.
finalmente l’ho detto .......
loro, gli esseri umani sciacalli, sono sempre presenti e in deficit di democrazia
sempre perdenti e sedotti dalla simulazione di un’assenza…
costretti  ad attaccare un livello intellettivo oltre la linea diabolica del superfluo.
Vedo scelte difficili all’orizzonte
per chi rispetta le idee e meno le istituzioni…
Le giurie sono luoghi di compromessi tolgono e danno
secondo gli interessi dei componenti...
Tergiverso…
Vivo una normale storia dove non ci sono interminabili seduzioni ..
forse solo, forse resisto.
Gli episodi che mi tengono costantemente attaccato lo sguardo sullo schermo
delle amicizie non hanno nulla a che fare
con la famigerata eccellenza prodotta dal sistema
responsabile del protocollo di un dolore planetario…
mi godo con sommo piacere la mia assenza dai più stupidi modelli
e dai più idioti pettegolezzi dei salotti universali..
senza saperlo ma spesso con consapevolezza
seguo l’istinto ed il cervello muta la realtà..
mi mette in sintonia con esseri simili, elefanti e dinosauri, eroine ed eroi impossibili, camaleonti e salamandre, falchi delfini e capre…
la madre terra custodisce i ricordi dentro i terreni sconfinati
se maltrattata si ribella…
stimo le bugie furbe e malandrine e che danno un senso alla verità…
ma la verità fa male e sono in dubbio sulle perle di saggezza…

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terzo autoscatto…

L’Ambasciatore di immagini e parole non  porta pena...
mi faccio un selfie al km 0 (qui mi scatto davvero una foto)
al km 15  c’è la discarica velenosa
al km 325 circa, in direzione rosa dei venti, ci sono cattedrali nucleari …
depositi di armi e munizioni sussistono dentro la pancia della montagna..
la clausola benefica è negata e la via di fuga è occultata ..
non è questione di vigliaccheria o di paranoia, è una constatazione di realtà!
novità stanche e soluzioni obsolete fanno il corollario dei precetti politici..
come ritrarre una stanca storia? una natura morta si impone…
forteste e cascate, autostrade e sentieri, mari e deserti
esistono in scenari sempre più variabili …
gli alberi della cuccagna sono sgombri da prelibatezze
e irti di pungiglioni avvelenati,
il cielo sereno contiene un sole impasticcato
la luna non ha più ombra e spoglia di poesia
Selfie è un fai da te che  elemosina amicizie…
come Amelie che posiziona un nano di fianco alla testa
si fotografa e l’inganno è fatto
la prova reale di un mondo virtuale.
mi sposto con l’illusione di viaggiare,
una felice intesa per incontrare la morte suprema e
un incustodito deposito di sembianze…
mi immagino la rivolta degli specchi dove
l'immagine si camuffa per non lasciarsi riconoscere
un autoritratto sghembo di un’anima persa.
contraddizioni obbligate convivono:
la luce del sole che risplende sui colori bagnati dalla rugiada
dentro la tavolozza autunnale e lo sfrigolio dell’acido caustico
sulla pelle di disperate donne maltrattate dai bastardi fautori della
tratta di esseri umani,
la musica di un torrente che attraversa un bosco idilliaco
e l’urlo straziante di chi salta su una mina…
una società senza rispetto che mi acceca e mi adesca
e mi lascia senza lacrime per indignarmi e con una voglia
di essere ribelle e dissidente.

 

 

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quarto autoritratto…

in gergo semovente entro in modalità di ignoranza totale. troppi segreti circondano un eden bugiardo.
troppe frontiere erette a suon di ricchezze. una sobria etica morale è vilipesa dalla crassa arroganza
dei cucinatori di abbagli. il registro della disperazione è esauste lascia l’inclinazione al dramma
eleggendo la tragedia totale a protagonista della scena globale.
Ho visto un fico che germogliava da una crepa del muro di cemento di una casa in disfacimento. mi sembrava che cresceva dove non doveva, ma si ergeva con una grinta esemplare, selvaggiamente urbano, non classificabile in botanica, una bellezza assurda, una rovina, una metafora di vita che mi pone di fronte alla mia fragilità.
Come una volpe che si perde in città sopravvivo con l’idea che l’esigenza di una cultura appropriata
diventi un’urgenza.
In un abisso di ferocia  penso che qui ed ora le guerre sono sempre in po' esotiche, esistono come videogioco tra una pubblicità e l'altra...
La violenza si regge in un regno omertoso. Il mito ragiona sulla vita e sulla morte, io spero in un nuovo germogliare….
noi  esistiamo….
Siamo ladri di idee e di immagini, di parole e di sogni, dentro un’umanità assetata di violenza. Recitiamo il diritto di praticare la creatività come decalogo di vita e di gioia, di grido e di dolore, di protesta e come atto di disobbedienza civile…



nando snozzi 2014
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ATELIER ATTILA
DI NANDO SNOZZI
VIA MOLINAZZO 7
CH-6517 ARBEDO
+41(0)787118961
www.nandosnozzi.ch

presenta:

LORENA MASSARI BARANZINI


SOLTANTO IL TEMPO VERAMENTE SCRIVE...

DA VENERDI 13 SETTEMBRE A DOMENICA 29 SETTEMBRE 2013


VERNISSAGE:

VENERDI 13 SETTEMBRE, 17.30 - 20.30



ORARI D'APERTURA:
MERCOLEDI VENERDI SABATO E DOMENICA 14.00 - 18.30
O SU APPUNTAMENTO: 0787118961 - 0786202696



L’Atelier Attila si è dotato di uno spazio espositivo  con il quale si prefigge di dare la possibilità ai partecipanti dei corsi di pittura di mostrare il proprio lavoro creativo. La possibilità di esporre è data anche a chi  sottopone un progetto espositivo  e dichiara il proprio lavoro pronto a sostenere una mostra con un senso formale ed estetico e un contenuto proprio.
Lorena Massari Baranzini partecipa all’attività dell’atelier Attila da dieci anni e ha sommato questa esperienza con il suo potenziale creativo che è innato in lei. Ha allestito una mostra dal titolo:
Soltanto il tempo veramente scrive… (Valerio Magrelli)
Lorena Massari Baranzini è artista poliedrica che passa con disarmante facilità dal materico al pittorico, dal figurativo all’astratto rincorrendo l’utopia della sintesi tra i due, scorrendo l’attimo che ha un valore infinito!
Il tema non è la donna in quanto tale ma la sua evoluzione, il segno del tempo che la accompagna nel percorso della vita, la sua condizione mortificata dalla società. Da bambina limitata nella sua libertà, da giovane oggetto pubblicitario, da anziana commiserata o ignorata. E’ una denuncia sul binomio donna-tempo, sulla scarsa considerazione che « il tempo continua ad abitare il nostro pensiero quotidiano, come un’evidenza, e a modellarlo » (F. Jullien) ; e quindi a misconoscere che « non bisogna passare il tempo, bisogna invitarlo dentro di noi » (W. Benjamin) .
Nei dipinti in mostra, l’espressività e la forza della bellezza non hanno tempo; anzi, nelle rappresentazioni dell’anzianità, bellezza e dignità esplodono in visi dove si legge la sintesi della vita. Come nelle « quattro stagioni » vivaldiane le varie età della donna assumono la stessa potenza, pari dignità.
Accettare e amare la metamorfosi dell’essere è la grande conquista che permette di cogliere che « ogni attimo ha un valore infinito » (Goethe).
Lorena Massari Baranzini dipinge impiegando un’estetica rispettosa dei sentimenti che esprime con l’immagine. Un mondo tutto al femminile, che esprime un’ammirazione per la « donna-madre » pari al timore che il maschio ha sempre avuto di lei e alla sua in-capacità di comprenderla. L’immagine della sua pittura è limpida e poetica parla all’umanità per capirsi con l’universo. La pittrice impiega l’arte come una barricata contro la noia istigata dal piagnisteo collettivo e per riconquistare il tempo sottratto alla vita dalle costrizioni del perbenismo. La matrice della sua pittura è data dalla riflessione che vive quotidianamente di fronte alla proliferazione dell’uso consumistico dell’immagine femminile in modo pornografico e subliminale a scapito dell’intelligenza e della grazia.
L’esposizione è allestita a capitoli che dichiarano il percorso passato e pone lo sguardo in modo diverso sul tempo che resta.


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TRA IL 2012 E IL 2013... TRA SPERANZA E FATALITÀ... IN-ATTESA

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TRA IL 2012 E IL 2013.

“BAMBOLE”, FULIGGINE E L’EDICOLA DELL’ARTE.

Le contraddizioni si accumulano e  il declino dell’ascesa  è speculare all’ascesa del declino. A metà strada si equilibrano, lasciano spazio alle scelte: lo spettacolare sali e scendi dell’umore nell’adolescenza della terza età! In questa fascia di tempo dove di solito si organizza la quiescenza, si può fare dell’ironia. Mi vengono in mente i frequentatori di aree progressiste che per darsi  un contegno ingurgitano rum chiamandolo cuba libre e non coca libre. (per “d’io” e contro bacco alla coca-cola resta babbo natale). Ogni tanto mi capita di leggere i corpi contenuti negli abiti e penso che molti si coprono di tessuti pregiati, forgiati da stilisti, per esibire la laurea dell’apparenza che è figlia dell’inconsistenza. (pinketts insegna che l’abito non fa il monaco come il monaco non fa il principato!)

Certe volte mi capita di cercare compagnia nell’abitudine del quotidiano per ovviare ad un senso di vuoto, poi la passione dell’arte torna e tutto si rimette in moto. ... In attesa di giorni freddi e di calde incorruttibilità, continuo ad esserci senza dover scontare colpe e svelare segreti.  … È molto probabile che lungo il percorso creativo e anche durante il quotidiano, nei giorni di pioggia e di sole, nelle gioie e nei dolori, ho raccontato bugie necessarie per resistere nel marasma del caos/caso... ma fortunatamente mi salvo l’anima bevendo film e jazz, romanzi e storie di vita. per la condivisione dei miei deliri a fin di bene… intuisco un percorso lungo, pericoloso, affascinante e misterioso… in progressione finché i sentieri della “signora in nero” attraverseranno le porte del intramontabile enigma.

M’interessano le vaghe assomiglianze perché la diversità ha prodotto continenti, religioni, razze, lingue, cibi, gusti. In questo cortile che è il pianeta tutto ha molto a che fare con tutt’altro: non per omologia ma per contaminazione. Io leggo romanzi e gialli, i saggi li ho messi sugli scafali alti delle librerie di casa e dell’atelier, ma sono li come reliquie, senza prenderli in mano si adeguano alla polvere. I libri si leggono anche quando abitano i luoghi del quotidiano, basta vederli! (Nel suo “l’equilibrio della farfalla” simone perotti sviscera la sua consistenza disquisendo sulla libertà).

Ogni tanto mi piace giocare con le parole, come un equilibrista del linguaggio, ma spesso ho un decentramento cognitivo e cado, mi sbuccio la lingua sui significati che non conosco. Con le immagini sono fuori pericolo  e continuerò il mio circo per clandestini sul palco rosso…

La misura della mia ignoranza aumenta con l’avanzare della vecchiaia. Spesso mi accorgo delle mie lacune, ma il mio ego, sostenuto dal falso coraggio del mio ingombro, mi attutisce la caduta. Riesco comunque a distanziarmi dall’obeso sbandieramento del diritto alla libertà d’espressione, urlato dai frustrati dell’ideologia e quando si usa il ricatto morale delle religioni e l’ottusità del fanatismo per accaparrarsi una visibilità che distrugge il buon senso. Lo zum sulla vita mi induce ad essere un pessimo ottimista…

è molto probabile che nei prossimi 40anni… ahahahah…continuerò a chiedervi complicità  (… la libertà è partecipazione… g.gaber)

Visto che sono un ladro di idee di parole e memorie rubo il pensiero di matteo pirisi… grande saggio sardo: "Passiamo la vita ad inseguire l’anno perfetto e non ci rendiamo conto che malediciamo la nostra  che passa. Il mio augurio per il nuovo anno è che si riesca tutti a vivere il presente. Certo, magari un po’ meglio. Sarebbe già tanto."

Buona fortuna e un abbraccio
Maci-nando


l'edicola dell' arte - Contributo video 1 - claudio tettamanti https://vimeo.com/55486036
l'edicola dell'arte - Contributo video 2 - claudio tettamanti - https://vimeo.com/55639469
l'edicola dell'arte, teatro sociale 21.12.2012 foto alessio tutino: http://goo.gl/mBpja

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ATELIER ATTILA
presenta al:
TEATRO SOCIALE
PIAZZA GOVERNO 11
BELLINZONA
Venerdi, 21 dicembre 2012, alle ore 20.45

L’EDICOLA DELL’ARTE. 2012
PERFORMANCE LAICA IN UN TEMPO
PER CLANDESTINI SUL PALCO ROSSO.
con:

NANDO SNOZZI: regia, maggiordomo parlante e diversamente normale, pittura
LEDWINA COSTANTINI: attrice, movimento e portatrice di parole
MATTEO MENGONI e ZENO GABAGLIO: musica e alchimisti del suono
GIANNI HOFMANN: operatore di scena normalmente abile
CLAUDIO TETTAMANTI: scopritore di immagini nascoste
ANTONIO MARCELLO PIRISI: l’ospite quasi clandestino

Testi di:

Vanni Bianconi, Paolo Buletti, Costantino Kavafis, Michele Licheri,
Antonio Marcello Pirisi, Maria Pirisi, Nando Snozzi.

Foto: Alessio Tutino

 
L’edicola dell’arte è “un tabernacolo” che racchiude i simboli laici, sacri e profani del potenziale creativo degli operatori in scena.

Il sentimento che scaturisce dalla consapevolezza che la vita non si può quotare in borsa smonta immagini imperiali con i di-segni e i movimenti dell’istinto.

L’estetica dell’apparenza è impossibilitata a propinare modelli, poiché la geografia in scena è improvvisata e la matrice è espressionista.

La performance dimora in scena come dentro una nicchia agnostica e come scettro per scegliere i gusti della vita. L’azione scenica è abitata dall’incertezza e assume il conseguente rischio di ritrovarsi estranea al proprio corpo-forma. La performance percorre un tragitto dove il tempo dei sogni e delle paure giocano sotto i confini della pelle per (forse) svelare un mistero che dopo essere stato scoperto ne genera un altro pervaso dall'enigma. Un circolo NON vizioso, che discerne il tempo della cultura per sottrarsi al cronometro e costruire un’utopia come futuro, come motore della resistenza, della speranza e della solidarietà. n/s2012

Contributo video 1 https://vimeo.com/55486036
Contributo video 2 https://vimeo.com/55639469

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GIUSTIZIA.
RACCONTI DI MARE .
RACCONTI DI TRENO.
SI ALIMENTA L’ ODORE DEL FUTURO.
NEL CIELO DELLA MADRE TERRA
SI SENTE L’URLO CIECO DEL SORDOMUTO:
IMPLORA DI NON SPORCARE IL MATTINO CON IL SANGUE INNOCENTE.
TROPPI NON ASCOLTANO E FANNO ORECCHIE DA MERCANTE,
SULLE FANTASIE DEI DISEREDATI SI OSTENTA L’ARROGANZA DEI PERDENTI.
IL LATO OSCURO DELLA FACCENDA RIGUARDANTE IL SESSO-POTERE RIMANE SOTTO LE COLTRI DELLA PERFIDIA.
IL SOGGHIGNO SIMULATORE NASCONDE IL QUADRO DEGLI ELEMENTI.
GLI USURPATORI LACERANO L’ANIMA AGLI INSORTI.
TUTTI SONO COINVOLTI… SI RESTA IN ATTESA

SIGNORE E SIGNORI SIAMO ARRIVATI AI CONFINI DELL’UNIVERSO PER L’IGNOTO SI CAMBIA .


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ATELIER ATTILA
via Molinazzo 7, 
CH-6517 ARBEDO 
0918294348 – 0787118961
www.nandosnozzi.ch

presenta:
fino 2012 al 28 ottobre 2012

NANDO SNOZZI


L’EDICOLA DELL’ARTE. 2012

QUOTIDIANO DI–SEGNI CONTEMPORANEI
percorso pittorico per clandestini sul palco rosso.


La cultura come sistema di connessione,
zona di riunione, luogo senza frontiere geografiche
per una diversa visione del reale e della conoscenza.
L’esposizione si comporrà di opere dipinte in anni diversi 
di varie dimensioni e divise in serie-capitoli che abitano l’edicola dell’arte.
L’esposizione tratta i segni della vita come un viaggio in cui nessuno può prevedere la destinazione 
e si sviluppa con delle soste che ognuno può decidere lungo il tragitto. 
Gli strappi e sussulti emotivi dinanzi alle immagini della società tramutati in disegni e dipinti, 
sono fragili ed il tempo è rovesciato dentro gli enigmi della paura e del coraggio.



ORARI D’APERTURA: venerdi 16 – 21, sabato 14 – 18.30

domenica 14 – 18.30, o su appuntamento 078 7118961

per l'occasione é stato pubblicato un giornale stampato in 3000 copie da Salvioni SA arti grafiche, 
31 copie contengono un incisione firmata e numerata dall'artista 
e stampata da L'Impressione di Franco Lafranca, Locarno. Il Giornale con l'incisione sono in vendita a fr. 200.--


Per prenotazioni: 0787118961 - nando_snozzi@vtxmail.ch


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MEDITERRANEA....

UN BLUES DEL SUD.

Un canto d’amore perduto su un mare forza dieci
accarezza i pensieri.
La linea dell’orizzonte si estende
tra il confine blu notte del cielo
ed il nero del mare profondo.
Lui lei e gli altri.
L’odore del vissuto disturba alcune lacrime 
che separano la tristezza e l’eternità.
Il tempo, gli anni e il sesso;
la salsedine, la luna e il profumo della vita 
non bastano più per scrivere parole d’amore.
La musica di un sentimento pazzo
balla un’era intera. 
I delfini sono venuti a giocare con i miraggi 
tra i flutti e le onde di un oceano agonizzante.
Su estreme frontiere si diradano le certezze.
Un canto d’amore perduto 
su un mare forza dieci
accarezza i  pensieri.
Gli amanti su un peschereccio
si abbracciano sotto 
i cieli invasi da scorie spaziali.
Le stelle cadenti iniziano
un folle inseguimento a milioni di desideri 
a loro lanciati da speranze riposte nel nulla. 
Sbavano gli apostoli di una pace
portatrice di menzogne.
I gabbiani stridono nell’aria marcescente
di illeciti immondezzai nascosti da poesie 
composte da menti acerbe
in posizione fetale.
Dubbi immaturi sono creati 
da memorie obese.
La luna è oscurata da polveri
accese dall’assenza d’amore,
mentre un plagio si consuma
dentro la pelle dell’universo.
Gli amanti si rincorrono nudi
sulla sabbia macchiata di catrame,
nel loro amplesso si sentono
i cuori infranti da ansie ricorrenti.
Un canto d’amore perduto
su un mare forza dieci
accarezza i pensieri.
Navi cariche di turisti dalle diverse fedi
portano devastanti mutamenti
nei paradisi terrestri.
Tra Dei nascosti in pertugi per privilegiati
e supermercati della felicità per tutti,
si esibiscono i piromani della coscienza
costantemente impegnata
a nascondersi le pudende.
La notte porta la vita al giorno dopo
perdendosi i sogni
nelle gabbie dorate dell’incubo.
La caccia alla vita è aperta
nel grande zoo globale
sotto l’egida di un potere
celato dalle paure della colpa.
Arte amore e musica dei sensi,
sorrisi carezze e baci
aspettano donne e uomini
al di là del bene e del male.
Un canto d’amore perduto
su un mare forza dieci
accarezza i miei pensieri.

2000-2005
terra degli scorpioni

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L’EDICOLA DELL’ARTE.
SPETTACOLO LAICO IN UN TEMPO
PER CLANDESTINI SUL PALCO ROSSO.

con:
nando snozzi: regia, maggiordomo diversamente normale, pittura e testi
ledwina costantini (Lei) e andrea carlo fardella (lui): attori, movimento e portatori di parole
matteo mengoni e zeno gabaglio: musica e creatori della colonna sonora
claudio tettamanti: operatore videografico e scopritore di immagini nascoste
gianni hofmann: operatore di scena normalmente abile


L’edicola dell’arte racchiude le immagini della memoria e dell’oblio, come se fosse un tabernacolo che racchiude simboli laici, sacri  e profani del potenziale creativo degli operatori su scena.
Lo spettacolo si svolge seguendo il “fil rouge” della resistenza sociale mostrando dei quadri composti da musica testi e azioni motivate dal sentimento scaturito dalla consapevolezza che la vita non si può quotare in borsa.
Tra ironia e dramma si ripercorrono le nefandezze dell’imperialismo delle immagini che impoveriscono il mondo creando un’arte senza memoria figlia di una mediocre società televisiva che utilizza una figurazione “pornografica” per veicolare un’estetica dell’apparenza e per stimolare l’imitazione dei modelli che propina.
Lo spettacolo risiede sulla scena come dentro una nicchia agnostica e come telecomando per scegliere i gusti della vita. Testi musica ed immagini abitano i protagonisti della performance che si chiedono chi erano e si domandano se torneranno ad essere loro stessi, oppure se sceglieranno di percorrere la strada del dubbio assumendo il conseguente rischio di ritrovarsi estranei dal proprio corpo. L’azione degli attori specula l’impatto che la risata può avere sul tragitto del tempo che intercorre tra il mattino e la sera introducendo il corpo nella notte, culla di sogni e paure. L’insieme dello spettacolo indaga la paura accucciata sotto lo strato della materia della madre terra ed sotto i confini della pelle per (forse) svelare un mistero che dopo essere scoperto ne rigenererà un altro che non si riconosce. In un circolo non vizioso, testi musica ed immagini e movimento, costruiranno la struttura di uno spettacolo che individua il tempo dell’arte che sfugge al cronometro per costruire un’utopia come futuro e come motore della resistenza, della speranza e della solidarietà.

SCHEDA TECNICA.
In una gabbia-tabernacolo (un gazebo con pareti di materiale trasparente) il pittore  diversamente normale eseguirà una performance pittorica con l’apporto del ritmo dei segni. A poco a poco sparirà rimanendo “imprigionato” nelle pitture create che veleranno la trasparenza. Gli attori reciteranno i testi sottolineati dalle musiche dei musicisti animando l’edicola dell’arte (una struttura costruita ad arte) .  A poco a poco entreranno nella gabbia-tabernacolo e indosseranno la pelle delle figure disegnate… quindi usciranno dalla “prigione” mostrando una nuova identità e riabitando l’edicola in un’altra forma.
I musicisti avranno dei momenti dove lo spazio diventerà territorio di suoni che si confronteranno con gli stati bradi dell’espressione pittorica, la quale uscirà dal tabernacolo tramite il pittore e gli attori.
Su scena ci sarà l’operatore video che proietterà su grande schermo i dettagli di scena che il pubblico non può vedere
La scena sarà rigorosamente avvolta nel nero sottolineata dal rosso e dai colori che nasceranno dall’improvvisazione artistica. I testi sono una libera interpretazione del linguaggio giornalistico estrapolato dal mucchio ordinario e confuso di parole che come una massa lavica sommerge la valle della poesia.
lui: - hai letto? oggi la squadra ha abbattuto la sua rivale.--
lei: - vuoi dire che ha vinto!!!
lui: - si, ma ha proprio umiliato, stracciato, sepolto l’avversario.-
lei: - perché usi quei termini così impropriamente violenti?-
lui: - ma l’hanno detto i signori che parlano bene.--
lei: - ma ti piacerebbe se ti dicessi che sei un 
        guerrafondaio del linguaggio? o che ti amo 
        come la mantide religiosa ama il suo partner
        o il killer la sua vittima? o ti cantassi l’inno nazionale come 
        una serenata d’amore? o ti recitassi l’atto di fede in un bordello?
 lui: - non è colpa mia se…
 lei: - e allora chi ne ha colpa?

NOTE.
L’evento essendo previsto per l’autunno 2012 è in fase di elaborazione quindi è soggetto a delle variazioni.
La performance è una manifestazione collaterale di una mostra di pittura di Nando Snozzi negli spazi dell’Atelier Attila dal titolo:

L’EDICOLA DEL’ARTE: QUOTIDIANO DI –SEGNI CONTEMPORANEI
La cultura come sistema di connessione,
zona di riunione, luogo senza frontiere geografiche per una diversa visione del reale e della conoscenza.




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LE PARTITURE DELL'OBBLIGO.

Non è possibile sfuggire alle partiture che la civiltà ha iscritto nei suoi precetti. La famiglia, la scuola, la religione, la politica, la dieta, la salute… a dipendenza dell’educazione al dovere e al giudizio, ogni concetto installato nella memoria mi seguirà fino alla tomba… devo fare uno sforzo per eliminare parole e nozioni che non mi piacciono e che mi costringono a modellare i comportamenti a norma degli altri. A volte faccio la figura del tonto e certe volte invece sono un finto tonto consapevole. Mi rendo conto che la discordia è molto piu’ aperta alla seduzione che alla pace. I piagnistei superano di grand lunga le voglie d’amore ed il gusto alla tragedia finisce per fare audience in ogni luogo. Le onde non leniscono la sofferenza però a volte coprono i rumori dei pianti e l’orizzonte placa la circonferenza dell’odio. Sotto gli ombrelloni si compiono giornalmente delle commedie tragicomiche che hanno per protagonisti le insufficienze della vita che si scontrano con i desideri alimentati da dei tanga bonzai che modellano la valle dell’inguine o da un palestrato con il costumino attillato sulla collina del pene. Le idee ed i segreti abilitati a rivoluzionare gli animi per una conduzione del quotidiano sui sentieri della cultura e della tolleranza vengono frantumati dal passaggio, nell’ora predisposta per le vacanze, da una miriade di venditori ambulanti che assumono la valenza di uno specchio per chi ha paura di un futuro prossimo oppure diventano il capro espiatorio per placare i sensi di colpa per continuare a comperare le cianfrusaglie del superfluo. A un vu compra, diventato quasi amico temporaneo dell’estate, gli ho chiesto che effetto gli fa a deambulare su e giu’ nella spiaggia e vedere tutti questi bianchi pieni di crema tutti-frutti appostati tutti i giorni sul pezzetto di renile pieno di mozziconi ad arrostirsi per avere un po’ piu’ di pelle scura, mi rispose con un sorriso tutto bianco che non è un affare suo e che lui vuole vendere il piu’ possibile e che per questo scopo aveva imparato a fare gli sconti senza che nessuno se ne accorgesse. Per lui il baratto era un gioco ed un peperoncino per la vita. Mi saluta e mi dice: “a domani e mi comprerai qualcosa”.





DOVE D'ARTE CI SI MUOVE... 2012
link per vedere le foto della performance:  
https://plus.google.com/photos/105237592644309250415/albums/5723772031273967393?authkey=CLbu8anWkYGQCQ

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ATELIER ATTILA 
DI NANDO SNOZZI,
VIA MOLINAZZO 7,  CH-6517 ARBEDO
TEL: 091 8294348/ 078 711 8961
www.nandosnozzi.ch                                                      

 presenta

DOVE D’ARTE CI SI MUOVE

CLAUDIO TADDEI E NANDO SNOZZI
CLANDESTINI SUL PALCO ROSSO

 azione scenica in un tempo, con musica,
pittura e testi… una sincronia di segni, suoni
e parole dentro territori dichiarati
e appartenenti all’arte.

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DOVE D’ARTE CI SI MUOVE
noi  esistiamo….
Siamo ladri di idee e di immagini, di parole e di sogni, dentro un’umanità assetata di violenza. Recitiamo il diritto di praticare la creatività come decalogo di vita e di gioia, di grido e di dolore, di protesta e come atto di disobbedienza civile…
l’arte è l’unica traccia del passaggio dell’essere umano sulla terra e si contrappone alla guerra ed ai genocidi..
il pianeta é contrassegnato da spine ricurve come artigli sull’anima
emette suoni contorti, insiste e resiste, vomita e risorge,
a volte sorride dentro le brezze  dedicate all’alba.
Il sole sorge e quasi clandestino si mette a nudo, rivela la sporcizia del giorno…
mantiene caldo l’universo in stagioni sbagliate.
Si spera che il rispetto per la terra madre diventi una priorità,
ma gli esseri umani dediti alla sopravvivenza e dipendenti dall’oro
si struggono in capriole e scorciatoie sghembe per procacciarsi minuti di gloria,
i meno fortunati vincono la morte anticipata arroccandosi dentro trincee irreali, 
pochi sopravvivono con arroganza sparecchiano il firmamento dai sogni e dai desideri.
eclissandosi in casseforti sporche di sangue
signore e signori andate… andate… che l’ultimo girone del capitolo della commedia umana è iniziato 
dentro le ire della democrazia del capitale… democrazia democrazi.. democ.. de..
nessuno è ne immune ne immortale, tutti sono segnati dal destino
più o meno fabbricato a dovere…
non c’è oggi senza ieri e non c’è domani senza oggi… banale…si sa!!! ma… fatale!!
L’infida attrazione è sancita da un’informazione servile e da oscene anomalie recitate da modelli pagati ad ore.
Qui ed ora si gioca l’ascesa e il declino della memoria e della storia che in certi capitoli 
la parola superfluo non ha significato in altri è la misura dello staus sociale.
Gli indignati si ribellano, conquistano e rivendicano, il tempo per pensare….

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in una claudicante e ortopedica concezione dell’arte
dove si pensa che l’artista abbia la fortuna indotta,
mi concedo il lusso di aver paura della sorte
e rischio l’universo camminando senza meta  ignorando
i dispensatori di pillole che come la gramigna
creano la panacea  nociva del facile guadagno.
Si vive in una società che fabbrica crediti
e le promesse per  una vita migliore vengono
disattese con la stessa leggerezza con la quale vengono pronunciate.
due stanze di segni, due camere di tracce.
luci e ombre, colori accostati, suoni pensati.
non é l’ora dove si accorda la vita,
ma è il tempo che accorcia lo spazio.
versi dentro i visi e 
visi dentro i versi
nel ludico percorso verso punti incerti.
nello scioglilingua quotidiano
le interpretazioni di parole ed immagini
formano un film espressionista a getto continuo.
il mattino che insegue la sera senza mai raggiungerla
si adegua ai cambiamenti dell’ora,
l’essere umano insegue la propria onda
senza mai capire la natura dell’istinto.
donne e uomini sul filo della seduzione
si candidano per nuovi incontri
talvolta frustrati dalle esigenze di vite predisposte.
Le istigazioni dell’anima siedono al desco di brame nascoste
e gustano ricette proibite,
il conflitto tra bisogni e desideri spalmano  fiele sulle griglie della lingua.
nei salotti di vassalli lascivi si preparano intrighi melliflui,
farfalle svolazzano aspergendo i colori della felicità perpetua,
interpretano  la verità dell’illusione.
Il gatto fa le fusa in grembo alla madonna ingiallita da troppe preghiere,
le tartarughe non riescono a trovare la data del letargo,
corrono all’impazzata contro l’inverno.
Si rovescia il senso delle cose dentro un contenitore
che non contiene né il mezzo pieno né il mezzo vuoto
ma solo l’umiliante sensazione della prigionia.
Il tempo dell’arte è la matrice dell’utopia
madre della resistenza e della solidarietà…
amen.. inch allah.. deo gratias.. a nos bieri.. in bocca al lupo e in culo alla balena…

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L’ETERNO RIVALE  INSORGE,
LA PICCOLA FORTUNA,
CADE  NELL’ ORRIDA  FESSURA
AMORI E ODII SI SCAMBIANO IL TRONO
GUIZZANO DENTRO POZZANGHERE DI SENSO
IN FRAGILI STRAPPI
IL TEMPO SI È ROVESCIATO,
L'ENIGMA DELLA PAURA  È DIPINTO
CON L’IMMACOLATO  RICORDO DEL DOLORE.
LE FLATULENZE DEL PAROLAIO
INSISTONO IN UN RICHIAMO ESTETICO,
IL SEGNO  CALDO E VORACE
SUSSULTA DI PIACERE.
DAL CUORE DELLA TERRA
LA FORZA DELLA SOPRAVVIVENZA
PORTA NELLO SGUARDO
L‘ARCANO E LA PROFEZIA.
IO CONSERVO COME UN TESORO LA
RELIQUIA DI UN SEGRETO


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ATELIER ATTILA
SCUOLA DI PITTURA E DISEGNO
DI NANDO SNOZZI
MOLINAZZO 7 – CP.302
CH-6517 ARBEDO
TEL. 0918294348 -0787118961


“SOLIDARTE 2012”

 
DAL 2 GIUGNO AL 10 GIUGNO 2012

VERNISSAGE:

SABATO 2 GIUGNO / 17.30 - 20.00

 

ORARI D’APERTURA:
LUNEDI, MARTEDI, MERCOLEDI, 15.00 - 22.00
GIOVEDI (CORPUS DOMINI), VENERDI, SABATO, DOMENICA 14.00 -18.00

“SOLIDARTE 2012”

… a questo punto si recita: - l’arte è una cosa seria con cui ci si diverte!... - e, come per miracolo la scelta di vita scorre all’insegna del precariato in una situazione di quasi sicurezza. Entrano in scena la seduzione del grottesco, il gusto di non avere niente da perdere e la libertà di pensiero applicata alla creatività.

Quando ero piccolo pensavo che da grande sarei diventato prete o poliziotto: ho fatto solo il chierichetto e ogni tanto riesco a pronunciare una predica di 4 minuti al massimo e frequento i territori dell’arte senza fare riverenze. Questo per dire che nulla è stabile, che tutto può essere contraddetto e che siamo depositari di un immenso destino che abita la memoria, i luoghi, l’inconscio e ciò che avverrà. Se si è convinti di qualcosa è impossibile rimanere neutrali. Mi sto accorgendo che i corsi di pittura e disegno sono un punto fermo e stimolante per la conduzione del tempo. Quando  calcolo gli anni che suppongo mi restano da vivere mi accorgo di come i numeri sono sempre più vicini l’uno all’altro e lo scarto che ci può essere tra il resto ed il risultato è il pensiero di una generazione in divenire.

Le domande che assaltano il giorno, dalla prima colazione al calar delle stelle o sotto il cielo plumbeo, spesso sono un punto interrogativo... Essendo un pessimo ottimista sto lontano dalla folla per trovare qualche sensazione che assomigli ad una risposta o ad un’anima ma incontro solo le paranoie giornaliere inflitte dalle notizie, sempre terrorizzanti, delle previsioni meteorologiche… l’imminente siccità, il pericolo bianco, il ghiaccio venuto dal nord, il ritorno del gelo uno due tre, la vendetta del vento… Talmente tante sono le guerre, gli imbrogli, le corruzioni, il malaffare, la legge che intacca la giustizia, eccetera, che è difficile indignarsi perché tutto è già oltre, in un sistema già marcio nella sua struttura e spogliato della poesia. La tragicomica commedia dell’essere umano disperso nel regno degli interessi si compie giornalmente dentro gli incomprensibili andamenti della borsa e a scapito della cultura. Senza dimenticare le enormi stragi che si giustificano con la proliferazione delle armi, scambiate con forniture di droga dagli eserciti multinazionali di pace, il commercio di organi rubati ai bambini catturati in strada e la tollerata tratta delle donne vendute agli impotenti di turno e che siedono negli scranni dei governi del globo terrestre.  La poesia, la pittura, la musica, la scultura, il disegno, la letteratura, l’arte in generale, rivelano i mali dell’umanità. La cultura è l’ultima spiaggia che si ha a disposizione per creare un investimento collettivo, una speranza di giustizia per il futuro. La cultura può essere un metro di lettura per capire che la società è stata sempre mal gestita ed un urlo di monito per non commettere gli stessi errori.

L’impatto emozionale rende accettabile i difetti... e ogni tanto noto delle persone per la misura dei loro corpi e non per la vastità del loro pensiero, quindi resto inebetito quando mi rendo conto della stupidità del mio sguardo. Praticare l’arte corregge un po’ questa miopia… Per rovesciare il tempo dei disastri e i calcoli di una società omologata, l’essere umano ha una grande responsabilità: deve rispondere con veemenza contro chi diffonde la volgarità, banalizza l’etica e sbeffeggia l’istruzione e la cosa pubblica, perseverando in un populismo di bassa lega e allevando i propri “delfini” nell’arroganza. La resistenza deve riguardare la disobbedienza civile, la salvaguardia dell’ambiente, la difesa della natura e la solidarietà liberata dalla paura del diverso… gli “esseri umani di buona volontà” dovrebbero iniziare ad essere guardinghi.

SOLIDARTE è la mostra di pittura e disegni e istallazioni dei partecipanti ai corsi dell’Atelier Attila 2012. Un titolo nome-gioco-di-parole  che indica l’arte  come un solido interprete e un sostegno per la vita, portatrice di soli o di solitudine. Un nome che suggerisce anche l’idea di solidarietà e che invita a partecipare alla diffusione di idee contro l’omertà, gli stupri, le prevaricazione di capi e capetti su soggetti meno fortunati, contro i fanatismi vari, i paranoici del tifo violento, e la lista potrebbe essere interminabile… Disegnare e dipingere può essere per l’individuo un proprio momento gratificante che rende disponibili alla condivisione d’idee e fatti al di là del proprio ego.

Perciò i partecipanti all’esposizione hanno aderito all’idea della solidarietà e hanno creato (oltre al proprio lavoro individuale) un’opera di 30x30cm che sarà messa in vendita a 150.—fr. Il ricavato sarà devoluto all’associazione di aiuto medico al Centro America AMCA, creata nell’agosto 1985 (www.amca.ch)

nando snozzi, maggio 2012


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